Racconti popolari friulani

Più di 2.300 racconti della tradizione popolare friulana, raccolti dalla viva voce degli informatori, tutti digitalizzati

Alla fine degli anni Sessanta, la Società Filologica Friulana avviò il progetto di una campagna sistematica di rilevamenti per la creazione di testi dedicati in maniera specifica alla narrativa di tradizione orale, testi che sono confluiti nella collana dei Racconti popolari friulani.

La collana ha conosciuto il suo maggior sviluppo nel primo decennio di lavoro. Luigi e Andreina Ciceri trovarono subito la collaborazione di Renato ed Elvia Appi e ne derivò una efficace divisione del lavoro: la cura dei rilevamenti nella provincia di Udine affidata ad Andreina Nicoloso Ciceri (i volumi sul Friuli collinare, Buia e Ara di Tricesimo, e in Carnia quello su Cercivento); agli Appi il Friuli occidentale.

In provincia di Pordenone essi seguirono direttamente i rilevamenti a Cordenons e nella zona di Concordia. In seguito, per le inchieste si aggiunsero altri collaboratori quali Umberto Sanson, Adriana Cesselli e Dani Pagnucco, riuscendo così a coprire una vasta area fra il Cellina e il Livenza. In anni recenti, per le zone di Budoia, Coltura, Mezzomonte e Polcenigo sono state compilate delle nuove edizioni dei volumi, arricchite da nuovi testi raccolti da Nicoletta Bosser, Alessandro Fadelli e Vittorina Carlon.

La collana è completata dalle inchieste nella zona di Enemonzo e Preone, curate da Enza Sina e dal ‘Repertorio della narrativa di tradizione orale della Carnia’ di Letizia Cimitan, fondamentale opera di classificazione dei testi secondo l’indice internazionale Aarne-Thompson.

 

All’interno della collana trova posto anche l’edizione di raccolte ‘storiche’di narrativa popolare quali “Sot la Nape” di Dolfo Zorzut, già edita nel 1924-1926, e le “Lejendis tal lunari” di Giuseppe Ferdinando del Torre, nonché il recupero e l’edizione critica di documentazione manoscritta. Andreina Ciceri ha curato la pubblicazione dei testi trascritti, fra fine Ottocento e inizi Novecento, da Giovanni Tavoschi a Liaris mentre Domenico Isabella si è occupato dell’edizione del manoscritto del falegname Fulgenzio Schneider (1864-1941) di Sauris.

L’ultimo volume della collana include i racconti che ‘Sef mulinâr di Nimis (Giuseppe Piccini) narrava, attraverso la radio, negli anni immediatamente seguenti al terremoto del 1976.

 

Questo corpus di narrativa popolare costituisce un patrimonio senza dubbio unico di leggende, fiabe, racconti sacri e profani, filastrocche, raccolte e trascritte nelle varianti linguistiche locali, un patrimonio tanto più prezioso quanto più si riducono le “fonti” di questi testi, cioè gli informatori. Da ciò discende l’importanza della raccolta ed edizione di questi materiali, l’unico mezzo per conservare la storia e la memoria collettiva, così ricca e profonda, del nostro popolo.

La Società Filologica ha digitalizzato tutto questo patrimonio, ora consultabile in rete cliccando qui sopra.

 

Il disegno del banner della pagina è di Federica Pagnucco.

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